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SONDAGGI SBALLATI, MA GLI STATISTICI RIMANGONO DISOCCUPATI!

sondaggi-elettoraliMortificante per i professionisti della statistica vedersi preferiti da sprovveduti rilevatori, in Italia. Ora anche l’America scopre che i sondaggi sono inaffidabili, ma vengono pagati a peso d’oro. E intanto per 50 mila diplomati e laureati non vengono banditi i concorsi da oltre 25 anni! 

Anche in America i sondaggi hanno sbagliato! E i primi a meravigliarsi sono stati proprio i giornalisti, che davano, grazie ai sondaggi, la vittoria scontata di Hillary Clinton sull’avversario repubblicano Donald Trump.

Noi statistici da tempo aspettavamo un crollo delle previsioni anche in America; proprio perché sapevamo che la prima potenza mondiale non era immune da errori nelle rilevazioni. Purtroppo chi da sempre si è affidato al sondaggio ritenendo, erroneamente, che questo fosse certezza matematica, non ha mai considerato che è solo uno strumento di rilevazione viziato da errori grossolani, primo fra tutti … la bugia di chi viene intervistato! Per cui, nel caso delle presidenziali americane, dire che si sarebbe votato per la Clinton quando in realtà si vota per Trump fa accumulare punti ad un candidato a discapito dell’altro. E c’è enorme stupore se, dopo mesi di dati sbandierati in tutte le salse, i risultati delle urne, che sono diversi dai sondaggi, sono opposti!

Qualche anno fa, su TERMINAL, scrivemmo che la chiusura della Facoltà di Scienze Statistiche di Messina era la naturale conclusione della mancata applicazione del D. Lgs 322 del 6/9/1989. Tale decreto prevede ancora oggi la costituzione degli Uffici di Statistica in ogni organismo del SISTAN (regioni, ministeri, comuni, province, prefetture, camere di Commercio, ecc.) ma ha avuto il grave errore di non sollecitare l’assorbimento o l’assunzione dei laureati in scienze statistiche all’interno degli Uffici costituiti. Mi sarebbe troppo facile muovere accuse dettagliate: indubbiamente la colpa è da imputare alla classe politica, di qualsiasi tendenza, di tutte le istituzioni centrali e periferiche, che ignorando la legge non ha permesso, e continua a non permettere l’inserimento di 50 mila laureati e diplomati negli Uffici previsti dal decreto, in tutta Italia.

Ma come in America, anche in Italia la statistica sfugge dalle mani degli addetti ai lavori, e sono le aziende private, purtroppo pagate con i nostri soldi, a diffondere dati che di statistico hanno poco o niente. A loro si rivolgono le emittenti di Stato e le reti private per conoscere (è il caso più eclatante) i risultati elettorali mediante la farsa degli exit poll, che noi, statistici, facciamo regolarmente, ad ogni elezione, rispettando i margini scientifici che la nostra disciplina ci impone e non dando solo “numeri” vanificati dall’avanzare dello spoglio. Ha meravigliato, e non poco, la percentuale di vittoria attribuita nelle elezioni a Sindaco a Milazzo, quando, in apertura di trasmissione su Radio Milazzo, proprio alla chiusura dei seggi, di fronte ad uno sbigottito Salvatore Costantino, annunciai che Giovanni Formica era dato vincitore, nelle nostre previsioni (non sondaggi), con il 63.2%. Cosa che si rivelò fondata poiché la vittoria dell’attuale primo cittadino fu sancita da altre il 62%! E mi pare che meno di un punto percentuale sia contemplato nel margine di errore!

Purtroppo oggi sempre più organi di informazione danno ampio risalto a risultati di indagini svolte con criteri dubbi e discutibili, mentre il Governo centrale acquisisce i dati che servono a indirizzare la politica governativa (inflazione, occupazione, programmazione, ecc.) raccolti non si sa da chi, ma sicuramente convalidati da quegli Uffici “istituzionalizzati” privi di un responsabile in possesso della Laurea in Scienze Statistiche. Paradossalmente, è come se la diagnosi per un ammalato venisse fatta, all’interno di un ospedale o in una clinica, dall’autista dell’ambulanza o dal centralinista, e non dal medico!

Ora che sappiamo UFFICIALMENTE che Trump è il nuovo Presidente degli USA, e in attesa di sentire cosa ne pensa Bruno Vespa sull’edizione speciale di Porta a Porta (senza la quale sarebbe impossibile per noi italiani andare a letto soddisfatti delle lunga giornata…) ci chiediamo per quale motivo, ad oltre 25 anni di distanza dalla nascita del D. Lgs 322/89, non si porti avanti una politica seria e consapevole, per l’inserimento dei diplomati e laureati in statistica negli uffici previsti per legge. Man mano che passano gli anni, ci rendiamo conto che nessuno perorerà mai la nostra causa. Anzi, ci accorgiamo che le nostre statistiche, che sono quelle ufficiali, vengono bollate come eresie! Oggi si preferisce attribuire incarichi ad agenzie specializzate, che vengono in TV a mortificare la statistica e la professionalità di migliaia di statistici! Della creazione del SISTAN, che avrebbe dovuto sovrintendere proprio alla statistica ufficiale negli uffici periferici nei Ministeri, nelle Regioni, nelle prefetture, nelle Province, nella ASL, nei comuni, nelle Camere di Commercio, e dei cinquantamila posti di lavoro, che avrebbero aperto le porte a tanti giovani, non ne parla più nessuno! La fine della prima repubblica e il passaggio alla seconda ha fatto cadere nel dimenticatoio la legge, non perché chi ha governato in oltre 25 anni non sapesse quali compiti l’attendevano, ma perché la classe politica, da sempre, non accetta controlli o suggerimenti da parte di uno statistico nei confronti dell’indirizzo politico. Ed allora si preferisce attribuire all’esterno determinati compiti: come quello di fare presentare davanti alla TV, prima della diffusione dei dati ufficiali delle elezioni, chi diffonde falsità basandosi su modelli che non hanno riscontro nella realtà. Gli errori grossolani fanno rimediare figure meschine, che coinvolgono anche noi statistici… Possiamo solo difenderci dicendo che quelli non hanno nulla a che vedere con noi… Lo sa anche lo Stato che li paga con i soldi degli Italiani! Come da oggi lo sa anche l’America, che ha pagato per mesi gli errori macroscopici con i soldi degli americani! Ma per noi non è una soddisfazione! 

Commenti

2 commenti

  1. Tutto ciò dimostra che la statistica non è una scienza esatta, bensì una sommatoria di considerazioni che si possono solo fare dopo che gli eventi si sono verificati; ed i giovani che vorrebbero il “posto fisso” presso gli enti pubblici che prevedono l’uso di statistici, in realtà devono rendersi conto che questi “posti”, in realtà sono solo “stipendifici” creati ad oc da una politica che mira al voto di scambio. E proprio per questo motivo, mi rendo conto di quanto sia stato saggio chiudere la facoltà universitaria ed ignorare le aspettative di quanti pretenderebbero assunzioni nei pubblici uffici,lautamente pagati per dirmi quanti polli mangio.Ma a cosa mi serve sapere quanti polli mangio in un anno se già so che la cifra è zero perché detesto il pollo?Stessa cosa vale per quanti pagano le agenzie per blaterare sull’andamento delle varie consultazioni elettorali. Pratica assolutamente inutile, visto che basterà avere la pazienza di aspettare un giorno per sapere ampiamente come si sono svolti i fatti, senza per questo tentare di manipolare le menti deboli con sondaggi campati sul nulla, o peggio campati sulle bugie sfacciate degli intervistati che diabolicamente si rendono conto del pensiero di chi vorrebbe scrutare dentro le urne, e rispondono di conseguenza.Ormai la gente preferisce fare un cruciverba o guardare un film replicato per l’ennesima volta, piuttosto che assistere a trasmissioni televisive dove le chiacchiere senza fine e senza limiti di rispetto per chi ascolta, si susseguono ciarlando su qualsiasi argomento. L’ISTAT, anzichè proporre “panieri” di prodotti che pochissimi consumano, dovrebbe basare invece i propri studi sui bisogni reali dei cittadini, non cercare ancora una volta di dire che tutto va bene e che la deflazione non esiste, manipolando ad uso e consumo dei governi i risultati ottenuti. Gli statistici dovrebbero provare a chiedere al cittadino comune cosa si aspetta dalla politica e ,senza bisogno di fare calcoli astronomici campati sul nulla, o su congetture ed eventi ipotetici, potrà rendersi conto di quanto sia semplice la risposta: serenità di un posto di lavoro che consenta di vivere dignitosamente la propria esistenza senza paure per i mostri che da dietro ogni angolo affliggono la nostra vita, e rispetto dei diritti civili da parte di una classe politica che tenta di rendere un inferno la vita di ciascuno di noi,privandoci ogni giorno anche di quell’unico pollo che ogni tanto ci aspetteremmo di sacrificare sul nostro desco in santa pace e senza dover dare conto a nessuno.

    • Lei si è fermato alla statistica del pollo di Trilussa. In questo suo commento ci sono inesattezze causate proprio dall’uso distorto della statistica, affidata non a professionisti e spesso confusa con le ipotesi probabilistiche dei sondaggi d’opinione. Si informi meglio sull’uso operativo della statistica, sulle previsioni a medio e a lungo termine, sulle analisi territoriali e sociologiche. Se vuole chiarimenti in merito, ci contatti con tanto di nome e cognome, non con pseudonimi che vengono cambiati ad ogni intervento ma che sono riconducibili sempre allo stesso commentatore. TERMINAL nasce come organo di informazione dell’Associazione Statistici, quindi nella nostra redazione e fra i nostri lettori ci sono elementi che sanno darle delle risposte alquanto esaurienti.

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