AD UN ANNO DALLA SCOMPARSA OSPITIAMO LO SCRITTO DI VALENTINA, STEFANO E DANIELE, NIPOTI DI UN INDIMENTICATO PROTAGONISTA DELLA VITA POLITICA MILAZZESE DELL’ULTIMO MEZZO SECOLO. ALLE AFFETTUOSE PAROLE DEI RAGAZZI RIVOLTE AD UN “NONNO INSUPERABILE” FACCIAMO SEGUITO NOI DI TERMINAL, CON UN RICORDO CHE RIPROPONIAMO AI NOSTRI LETTORI. QUESTA SERA ALLE ORE 18, PRESSO LA CHIESA DEL SS CROCIFISSO, A SAN PAPINO, SARA’ CELEBRATA UNA MESSA IN SUFFRAGIO.
Un anno fa te ne sei andato…te ne sei andato con dignità, la stessa dignità che ti ha contraddistinto nel corso della tua vita. Non serve elogiarti come persona perché tutti sanno, ma non esistono parole a sufficienza per descriverti come nonno. Grazie per tutto quello che hai fatto per noi fino al tuo ultimo respiro, eri orgoglioso di noi nipoti come noi eravamo e siamo orgogliosi di te. Non possiamo cancellare il dolore ma possiamo attenuarlo sapendoti vicino alla tua adorata figlia Santina, vicino alla nostra adorata zia. Ti portiamo nel cuore sempre con immenso orgoglio e amore. Ti vogliamo bene.
I tuoi nipoti Valentina, Stefano e Daniele.
Fin qui le parole di chi lo ricorderà per sempre e lo ha visto andare via quel giorno di giugno di un anno fa. Anche noi ricordiamo l’uomo che abbiamo stimato, e riproponiamo ai nostri lettori l’articolo che pubblicammo lo scorso 19 giugno 2019, quando, alle prime ore dell’alba, giunse la telefonata del nipote…
- La telefonata che non ti aspetti, e chi ti lascia l’amaro in bocca: Santino, è morto mio zio Fano. Lapidaria, la notizia arriva pochi minuti dopo la scomparsa di un uomo che era un amico affettuoso, una persona disponibile, un politico al quale si riconoscono tanti meriti. Stefano Doddo, familiarmente chiamato Fano, fu esponente di primo piano della Democrazia Cristiana. Lo conobbi quando, ragazzino, mi suonò strano quel titolo che lui aveva: Console del porto. Compresi che quel signore con i baffoni, papà di un mio compagno di giochi negli anni della Sena, era un personaggio importante! E importante lo era veramente, Fano Doddo, tanto che la politica del tempo lo corteggiò per la sua immensa popolarità e la notevole base elettorale. Scese in lista nel 1960, una civica capeggiata dal dott. Faranda, che sarebbe diventato Sindaco di Milazzo, ma non venne eletto. Entrò comunque in consiglio la tornata successiva, nelle elezioni del 23 e 24 novembre 1964. E ogni volta sarebbe stato uno dei più votati, secondo solo dietro il dott. Stefano Cartesio. La sua forte personalità e il suo vasto seguito gli assicurarono, dal 1970 al 1985, un ruolo di primo piano nelle giunte comunali: assessore con Cartesio, nel 1970 e nel 1975, quindi nel 1976 con il prof. Franco Lampone; ancora con Cartesio nel 1976; successivamente con il prof. Ruvolo, nel 1977; con il cap. Francesco Catanzaro, nel 1978 e nel 1980; ancora con Cartesio, nel 1980; e poi nel 1983 con Miroddi, nel 1984 con Andrea Greco, nel 1985 con Cartesio, prima di cedere il posto ad altri assessori frutto degli accordi fra la DC con gli esponenti dei partiti che l’avrebbero sostenuta, nonostante l’elettorato, in quegli anni, le avesse riconosciuto la maggioranza assoluta ed il ruolo indiscusso di maggior partito a Milazzo. Fu artefice dello scioglimento del consiglio comunale nel 1993, quando una battaglia senza esclusione di colpi portò Lilla Formica a rivestire la carica di Sindaco, superando Franca Cigala. Fu l’ultimo infatti a firmare le dimissioni da consigliere comunale, portando alla decadenza del civico consesso e favorendo il passaggio verso la Seconda Repubblica, caratterizzata dall’elezione diretta del Sindaco da parte dei cittadini. Era il 1993.
- Fano Doddo non si lasciò più attrarre dalla politica, anche se fece una sporadica apparizione ad una tornata provinciale, che gli garantì una messe di voti, ma non l’elezione, per i giochi dell’attribuzione dei seggi, delle percentuali e di tante altre cose che suonano strane all’uomo comune! Si ritirò e si prese cura del suo patronato, che tante soddisfazioni gli avrebbe dato per il semplice fatto che il vecchio Fano Doddo sarebbe rimasto sempre a contatto con il popolo, con la sua gente, con chi avrebbe avuto bisogno di lui. Disinteressato e spontaneo come sempre, distinto e garbato nei modi e nei comportamenti, generoso e disponibile, questo giornale gli ha voluto riconoscere il PREMIO TERMINAL (nella foto la consegna del Premio da parte del “collega” Cesare Fogliani) per il suo impegno politico mai venuto meno, e l’assegnazione lo ha reso molto felice, addirittura emozionato come un ragazzino!
Oggi, ad un anno dalla sua scomparsa, vogliamo ricordarlo ai lettori, alla gente che lo ha conosciuto ed amato, alla cittadinanza che lui ha sempre messo in primo piano durante il suo impegno politico. Un grazie di cuore ai nipoti, che con la loro lettera hanno voluto che si parlasse ancora una volta di un uomo che nel corso della sua vita ha esercitato la sua attività mostrando competenza ed attaccamento ai problemi cittadini. Ispiratore di tante feste del Santo Patrono, assieme a Mimmo Di Meo e a Valentino D’Amico. Un uomo che non si sottraeva mai all’impegno di portare a spalla i Santi in processione, per testimoniare la sua devozione e la sua fede religiosa, e per ribadire le sue origini popolari, con orgoglio e fierezza. Addio, Assessore, così come ci piaceva chiamarLa. Ci ricordiamo ancora di Lei.