VICENDA GROTTESCA E INCONCEPIBILE VISSUTA DA UN UOMO ALLE 8.35 DI QUALCHE GIORNO FA.
Non diremo, per tutelare la privacy del malcapitato, il nome, nè la cittadina che ha vissuto, in tempi di ristrettezze e di file chilometriche per l’approvvigionamento, un gesto inqualificabile del quale, grazie a Dio, non si è interessata la stampa, ma solo perchè non è stata sporta nessuna denuncia e tutto si è risolto con strette di mano (vietate), pacche sulle spalle e qualche abbraccio virtuale.
Il fatto ci è stato raccontato al telefono da amici con i quali, in questi tempi di silenzio casalingo, sono ripresi i contatti interrotti da anni e limitati solo agli auguri per Natale, per Pasqua, per qualche onomastico, ma sempre tramite Facebook o Whatsapp, scoperte grazie alle quali riesci a tenere a distanza gli scocciatori. E basta!
Nel proliferare dei contatti vocali e delle videochiamate con persone che non conosci più, poichè il loro viso non è più quello degli anni della scuola, si parla del più e del meno… e di tante cose che sanno di incredibili o paradossali…
L’interlocutore ci ha raccontato anche delle file, cosa che già conosciamo perchè le viviamo anche nella nostra città.
Aggiungendo che nella sua città una mattina, alle 8.35, dietro le porte di un supermercato ancora chiuso (5 minuti di ritardo che sembrano interminabili e fanno esasperare chi è in coda dall’alba!) arriva con moto e casco integrale un tizio. Come si usa fare in tutto il mondo, parcheggia la moto sul marciapiede, e supera a piedi tutta la fila, piazzandosi il primo, suscitando i commenti risentiti di chi aspettava.
Fino a quando il più irascibile, mascherina davanti alla faccia, come tutti gli altri d’altronde, lo strattona per un braccio e gli urla di osservare la fila. Da sotto il casco integrale, che non aveva tolto, il tizio cerca di replicare, ma non gli viene dato il tempo: altre braccia lo spintonano fino a portarlo all fine della fila, mentre i più facinorosi lo ammoniscono, e gli raccomandano di stare al suo posto!
Ma quello non demorde: riprende coraggio e si riavvia verso l’inizio della fila, dando l’impressione alle donne, che commentavano il fare spavaldo dello sconosciuto, di essere un prepotente e che avrebbe meritato anche una dose di calci nel sedere. Ed allora alzano la voce, prese da una sorta di isteria. Urla, strepiti, altri spintoni, e stavolta volano le minacce che lasciano di stucco i pochi passanti, che comunque continuano con passo spedito, per non essere coinvolti in una eventuale rissa.
Non si dà per vinto lo sconosciuto, che tenta di ripartire… causando l’ennesima reazione e le vibrate proteste, a voce alta, di chi attendeva in fila l’apertura del supermercato e alla rabbia per il ritardo aggiungeva altra rabbia!
Per fortuna sua, un mezzo della Polizia Municipale si ferma insospettita dalla confusione. Ed allora lo sconosociuto si avvicina al vigile alla guida, attorniato dai più facinorosi pronti a confutare le sue giustificazioni. Sono sempre più numerosi quelli che vorrebbero la sua testa.
Già, la testa… ancora coperta dal casco integrale che tutti pensano sia una forma di protezione dal coronavirus.
Prendendo le opportune distanze di sicurezza, alla richiesta dei vigili di mostrare il suo volto… si toglie il casco e con sorpresa di tutti lo sconosciuto non è più… tale.
– Mi avete conosciuto ora? Sono proprio io, il padrone del supermercato. Posso aprire ora, pezzi di ignorantoni?
Risate e scuse non si contano, abbracci (virtuali) e pacche sulle spalle non ne parliamo! Le giustificazioni? Certo, anche quelle: “E come l’avremmo dovuta conoscere, con quel casco?”
Al che la risposta: “E io come dovrei riconoscervi con quelle mascherine? Vi siete guardati allo specchio prima di uscire? Intanto vi faccio entrare lo stesso…”. E rivolgendosi ai vigili: “Grazie, tutto ok…potete andare. Appena apriranno il bar, avrete un caffè pagato”.
Sembra una storia inverosimile… ma in tempo di pandemia accade anche questo. Almeno ridiamo per non piangere!
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