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TERMINAL, SI CHIUDE UN CICLO: ADDIO!

Ed anche noi siamo arrivati alla fine: era normale che accadesse. TERMINAL, giornale irriverente e satirico, fondato a novembre 2008 da un gruppo di amici con lo scopo di continuare l’avventura del giornalino scolastico IL CAMPANACCIO, ma libero da legami e da censure, ha concluso il suo ciclo.

Intendiamoci: TERMINAL continuerà ad essere con voi come espressione di libertà e di satira, darà voce a tutti coloro che la chiederanno, ma non sarà più il foglio irriverente di Santino Smedili, Attilio Andriolo, Carmelo D’Agostino, Franchino Trio, Peppuccio Pitrone, Edoardo Macrì, Salvino Cavallaro, Pino Ragusi, Natale Spoto, Francesca Maio, Serafino Delmonte, Alessandra Formica (prima storica direttrice in mezzo ad un manipolo di maschietti) o degli scomparsi Gaetano  Calabrò, Gino Celebre, Vincenzo Messina, Giovanni Muscolino, Bartolo Giorgini, Nello Fernandez, Stefano Gitto, Francesco Paolo Salmeri, Nino Maiorana e tanti altri: dovevamo passare la mano per motivi… anagrafici, ed abbiamo accettato le pressanti richieste che ci sono state fatte.

Da oggi, 1 agosto 2024, rimarranno su fecebook le mie pagine per consentire la pubblicizzazione dei pezzi, lo scrivente al quale sono stati demandati i compiti di salutare gli amici e commentare gli eventi, il corrispondente dalla Piana, la redazione che mi supportato negli ultimi tempi (sempre se accetta le condizioni dei nuovi gestori), le rubriche, fra le quali il commento al Vangelo della domenica.

Non sappiamo come si comporteranno i nuovi arrivati, ma le uniche condizioni poste sono state quelle di continuare la linea editoriale che ci ha visto protagonisti per 16 anni.

Non è poco, e francamente siamo diventati tutti grandi: non addossateci nessuna colpa.

Siamo sicuri che con chi prende le redini di TERMINAL vi troverete bene, ma vi raccomandiamo una cosa: non scagliatevi contro nessuno, e PER NESSUNO intendo le AMMINISTRAZIONI COMUNALI, la presente o quella che verranno. Lasciate che lavorino in pace, e se avete qualcosa da dire (cosa che abbiamo raccomandato anche i nuovi gestori) ditela con garbo e, se è il caso, con ironia.

Grazie di tutto e buon lavoro a chi resta! 

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