di Giuseppe FALLITI
Turismo a Milazzo? L’immagine allegata è stata scattata stamattina alle 7,30 a Piazza Roma, evidente raffigurazione dell’interesse turistico della nostra città.
Il turismo non rivitalizza Milazzo e comprensorio perché la vocazione industriale ha prevalso e prevale limitando potenzialità e naturalità dell’area. Crea solo POCO lavoro stagionale non specializzato con incrementi dei prezzi che ulteriormente dissuadono i potenziali fruitori di ciò che offre la città.
Il turismo a Milazzo MUORE con la chiusura degli storici campeggi/lidi Cirucco, Sayonara, Silvanetta e Paradiso, dopo di che PUNTO… il vuoto assoluto. Nessuno ha creato le condizioni utili a che il turismo estivo potesse diventare il Turismo con la T maiuscola spalmato nel migliore dei modi possibili nell’arco di 12 mesi. Nessun incentivo allo sviluppo del settore dei servizi, nessuna rinascita di attività culturali e/o folkloristiche per caratterizzare i beni di Milazzo, violazione ed umiliazione di aree storiche senza ulteriori restauri, nessuna caratterizzazione delle bellezze paesaggistiche e naturalistiche.
Il sovraffollamento (improponibile, autentica bestemmia parlare di turismo) che dura dal 10 al 15 Agosto crea forti pressioni sui pochi servizi esistenti, sulle forniture idriche ed energetiche, trasporti e smaltimento rifiuti e questo crea una difficile coesistenza tra residenti e visitatori (chiamo turisti quelli che viaggiano per ammirare e non per affollare).
In molte città spagnole (sicuramente leader nel settore turistico) si sono già “a ragione” creati movimenti anti-turisti, le cui ragioni sono: inquinamenti (atmosferico ed acustico principalmente) e traffico automobilistico, costruzioni abusive che riducono paesaggi ed aree naturali, riduzione degli spazi per i residenti, massificazione dell’offerta ricreative con eventi costosi e di bassissimo profilo, estremo provincialismo con scadimento dei valori storico-culturali.
A Milazzo nessuna offerta turistica è originale, da anni a dire il vero: spettacoli a pagamento, itineranti come lo spirito zingaresco dei giostrai, il Comune cede il BENE STORICO Castello a società commerciali che organizzano concerti ed eventi in cambio di biglietti! Ovviamente nessun introito utile per manutenzione e restauro, al punto che il Castello viene immolato sull’altare del colosso petrolifero, unico padrone di Milazzo.
Non esiste un censimento preciso delle strutture esistenti (soprattutto B&B e bnb) né, tantomeno, un coordinamento (cosiddette strutture di mediazione) dell’offerta ricettiva. Non è mai stata fatta una ricerca di mercato ad hoc per rispondere alle esigenze delle richieste turistiche, affidando tra l’altro il destino turistico ad alcuni spiantati senza arte né parte che visitano le borse del turismo a spese nostre.
Non c’è una strategia di marketing utile ad attrarre i potenziali turisti ma una serie di “eventi-fumogeni” per impressionare i drogati di confusione: giostre, trenino, processioni con bombe domenicali, bancarelle, spettacoli per conto terzi, cibo da strada, e poi?
Le giostre c’erano a Milazzo da quando ero piccolo, autoscontri, aerei e “calcinculo” servivano a farci fare i giri dopo la messa domenicale. Il trenino esisteva dagli anni ’70 al punto che qualcuno ne beneficiò come soprannome. La ruota tanto decantata, che poteva, con alcuni accordi, essere montata dove sorgeva il circolo Diana e non in mezzo al lungomare da godere, qualche anno fa fu osteggiata e cacciata dopo alterne vicissitudini.
Le processioni ci sono sempre state ed ora rischiano di trasformarsi da offerte votive ad eventi mediatici personali.
Di spettacoli al Castello ce ne sono stati in passato di unici ed irripetibili (cito solo Carreras, Lucio Dalla e James Brown) quando, invece, (solo ad esempio) una artista come la Consoli viene a Milazzo dopo addirittura i (!) trionfi di Pompei, Mestre, Fiesole, Verucchio, Ponte di Legno, Putignano…!!!
Ma senza voler fare riferimenti al passato, invito tutti a vedere la qualità degli spettacoli a Taormina e Capo d’Orlando, competitori di Milazzo in provincia e, soprattutto, la quantità degli spettatori.
L’unico vero “oggetto del desiderio turistico” forse doveva essere il mare ma abbiamo “pagato” 10.000 euro per una bandiera lilla, non abbiamo bandiera blu perché se la merita più di Milazzo una piccola città come Santa Teresa Riva; la gran parte della attraentissima spiaggia libera di Ponente è stata privatizzata da Lidi, la parte più bella del Promontorio è appannaggio di “pochi” barcaroli (chiediamoci perché anche chiedendo di fare indagini) e non è mai stata applicata la cultura del “servizio diffuso” magari tra i vecchi pescatori che avrebbero potuto ri-orientare il loro lavoro a beneficio del turismo nautico da diporto: pulizia e sicurezza delle spiagge sono OBBLIGHI di legge che vengono però con speculazione mediatica presentati come eventi straordinari possibilmente non dovuti.
Pensiamo a noi Milazzesi come primari fruitori del bello, confrontiamoci con competenza sull’esperienze degli altri, affidiamoci ad esperti di marketing e non a taglialegna e falegnami, fuori i mercanti del tempio perché la “politica del turismo” non venga confusa con il potere dei soldi da sperperare.
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