di W.I.
Dopo l’ultimo assassinio sparisce magicamente dai saltimbanchi dell’informazione la parola femminicidio tanto cara a chi l’autunno scorso si è riempito la bocca di “patriarcato”.
Sparite manifestazioni, salottini televisivi, striscioni delle femministe e campagne mediatiche contro il patriarcato, dal fronte immigrofilo si tende a giustificare le azioni con il disadattamento sociale. A queste persone si è completamente incartato il cervello, passano il tempo a giustificare i loro contorsionismi mentali malati. I giornali ormai marci fino al midollo se ne devono inventare una al giorno per giustificare l’ingiustificabile e fanno pure la parte dei profondi, dei pensosi, di chi analizza con equanimità. Frutti avvelenati di un’epoca infame.
Purtroppo ancora una volta l’opinione pubblica viene veicolata a seconda delle esigenze: patriarcato se lo commette un italiano, altrimenti disadattamento.
Per la narrazione mediatica i “razzisti” sono sempre quelli di “destra”, mica quelli che solo se l’omicida è bianco diventa “un figlio sano del patriarcato e tutti gli uomini devono chiedere scusa”.
Contraddizioni continue con finte diatribe tra femminismi e patriarcati, immigrazionisti e sovranisti.
Divide et impera.
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