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UN RICORDO DEL DOTT. MASTROIENI

Quanti anni sono passati? Nove, era il 2013. Ho rivisto una foto del dott. Domenico Mastroieni casualmente, sul profilo del figlio Nino, e mi sono tornate in mente tante cose, ricordi di quando ero ragazzo e dai quali non mi separerò mai. Le stesse cose mi erano tornate in mente quando, davanti alla sua bara ricoperta di fiori, ho ripercorso mezzo secolo della mia vita: un dott. Mastroeni giovane, serio professionista, impegnato in politica, che per la sua idea era per me un avversario.

Ho rivisto il papà di Anna, alunna del Liceo e nostra compagna, che a scuola veniva spesso accompagnata dalla mamma, la signora Mirella. Ma se a volte si vedeva il papà, uno qualunque di quei genitori, persone rispettabilissime che all’epoca avevano 40 anni e che per noi erano acerrimi nemici da combattere, per far trionfare la nostra società, quella che si basava sulla contestazione e sulla lotta ai matusa, scattava la nostra solidarietà. Allarme generale: si fingeva indifferenza, come se non conoscessimo quelle ragazze che frequentavamo e che poi sono diventate le nostre mogli, e che nei corridoi della scuola erano sempre vicino a noi, che non vedevamo l’ora che suonasse la ricreazione per catapultarci davanti alle porte delle loro aule. Solo quando è arrivato il nostro turno di genitori, abbiamo capito che la presenza di quei padri era quella di tutelare le figlie e proteggerle dalle attenzioni di noi ragazzi, convinti di essere grandi, di dover cambiare il mondo!

Ho sorriso davanti alla foto, provando una gioia, un’emozione… come era accaduto quel giorno in chiesa, davanti a quella bara ricoperta di fiori.

Ho voluto abbracciare Nino, la signora Mirella, Sara, ed attendere Anna… Non ho detto a loro quello che ho pensato, e che ho affidato a TERMINAL, in quel numero del luglio 2013…  Le stesse cose che adesso sto scrivendo dopo essere andato a rileggere quella mia confessione.

Ancora oggi, dopo nove anni, dopo oltre 50 anni, provo le stesse cose nel ricordare questo galantuomo di altri tempi, uno dei papà delle nostre compagne di scuola! Un papà andato via parecchi anni fa, ma basta una foto per riaccendere i ricordi. Una foto per scatenare le nostre emozioni, e per farci comprendere che il tempo passa anche per noi, allora giovani e contestatori, ma oggi avanti negli anni e consapevoli che voi eravate per noi, uomini di un’altra generazione, così come di un’altra generazione lo siamo noi per i nostri figli, i nostri nipoti, i giovani. Il tempo passa, ma sia voi che noi, e chi verrà dopo di noi, non cambiamo se proviamo le stesse emozioni e riusciamo ancora a commuoverci di fronte ad una foto.

Un forte abbraccio, dottore; e tutta la nostra stima: come uomo, come professionista, come padre di famiglia, come nonno, come… coetaneo!

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