Il commendator Giovanni Ciraolo era il segretario generale del Comune di Milazzo negli anni in cui la nostra città ha conosciuto probabilmente il massimo splendore in campo politico ed amministrativo. Se qualcuno pensa che siamo di parte, si sbaglia! Erano gli anni 80, quelli in cui Milazzo fu guidata da coalizioni che ruotavano attorno a politici che oggi sono ricordati per ciò che hanno saputo fare; gli anni dei Cartesio, dei Morabito, dei Doddo, dei Trio, dei De Pasquale, dei Milioti, dei Trimboli, Antonio e Ciccio, di Pippo Miroddi e Guglielmo Nastasi, di Pietro Petrella e Saro Marano, di Natale Napoli e Nino Sottile; era la Milazzo amministrata dal capitano Catanzaro, da Nino Torre, da Peppino Codraro, da Andrea Greco, da Pippo Andaloro, da Giacomo La Spada, da tanti altri che, consapevoli del ruolo che rivestivano, lavoravano in sinergia per il bene comune.
Era una Milazzo più attiva e dinamica, in cui le amministrazioni duravano anche pochi mesi, spesso spazzate via da liti interne ai partiti al tempo dominati dalle correnti e ricostituite non appena, attorno ad un tavolo o nelle segreterie dei partiti, si stipulavano accordi che coincidevano anche con la spartizione degli assessorati e, diciamolo pure, del potere; dei cambi di guardia, dei rimpasti, degli esperimenti che videro amministrare assieme, prima ancora del compromesso storico, i maggiori partiti di maggioranza e di opposizone!
Giovanni Ciraolo, segretario generale, uomo di profonda esperienza e di indubbie capacità politiche e gestionali, aveva il compito di traghettare, meglio di qualsiasi nocchiero, la nave comunale anche durante le tempeste che scoppiavano all’improvviso, ma lui era sempre in anticipo sui tempi, e si accorgeva che qualche equilibrio si era incrinato. Una volta raggiunto il porto sicuro, era il riferimento per chiunque si trovasse a sedere sullo scranno più alto del Palazzo Municipale, degli uomini della Giunta, dei consiglieri di maggioranza e di opposizione, dei dipendenti, dei sindacati, delle forze politiche.
Collocato a riposo per raggiunti limiti di età, fu sostituito dal dott. Antonino Barbera, ma tornò all’interno del comune nel 1993, quando, sciolto il consiglio comunale, ebbe l’incarico prefettizio di reggere le sorti politiche e amministrative come vice commissario, affiancando il commissario straordinario dott. Mario Gangemi. Non era più il vecchio segretario generale che tutti avevano conosciuto: era il responsabile politico ed amministrativo che in quei mesi, necessari per indire nuove elezioni, che decretarono la fine della Prima Repubblica, doveva reggere le sorti di una città. E proprio per questo non troveremo mai il suo nome fra gli amministratori, eletti direttamente dai cittadini, essendo la sua una nomina prefettizia; ma non va dimenticato, e lo dico perchè quel periodo l’ho vissuto, che proprio durante quella vacatio i suoi comportamenti furono accettati e graditi, probabilmente perchè la città aveva a che fare con un uomo solo al comando che non doveva cedere alle logiche del potere o sottomettersi ai capricci del politico di turno! Leale, onesto come pochi, mostrò doti di umanità e si rivelò il pater familias che tutti noi dipendenti comunali avremmo voluto. E se è vero che i dipendenti comunali sono stati da sempre il miglior termometro di ogni amministrazione, ancora oggi quelli della mia generazione ricordano con gratitudine il commendator Giovanni Ciraolo, affettuosamente chiamato nei corridoi “Giovannino”, che fino a qualche tempo fa non esitava a passare qualche ora della mattinata al tavolo del bar per parlare di politica, di amministrazione, di economia, ma spesso anche di argomenti meno impegnativi, dimostrando una preparazione che molti gli invidiavano, anche per la sua veneranda età.
Ed alla veneranda età di 97 anni, oggi Giovannino Ciraolo, commedatore, ex segretario generale del comune di Milazzo, ex vice Commissario straordinario nel 1993, amico di tutti, ha raggiunto la moglie, Giulia Picciani, lassù.
Ai suoi cari vanno le espressioni più sincere del nostro cordoglio: come giornale, che lui ha conosciuto ed apprezzato per il ruolo svolto in questa città; e soprattutto come ex dipendenti comunali, che a lui siamo stati legati per lunghi anni nel corso della nostra vita lavorativa.
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