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UN VECCHIO AMICO CHE VA VIA: LA SCOMPARSA DI NINO SERGENTE

nino sergenteDi Attilio  Andriolo

“Dutturi ‘a fannu a squadra?” La sua non era una domanda banale, come spesso accade per un tifoso, che sia in apprensione per la squadra del cuore. In realtà era un modo per attaccare bottone e cominciare a ricordare i fasti del Milazzo dei suoi tempi. Nino Sergente ci ha lasciati, è andato in ritiro, in cielo dove potrà finalmente ritornare a tifare per il suo Milazzo!  Se n’è andato in punta di piedi, senza clamore. Soltanto adesso ci accorgiamo che c’è una sedia vuota, lì all’angolo, un po’ defilata, allo Scotch Bar, dove spesso si sedeva ad ascoltare le chiacchiere dei tifosi per esplodere all’improvviso con le sue critiche fondate alla cattiva gestione della squadra rossoblu. Qualcuno lassù ha fischiato la fine della partita, caro Nino! Abbiamo sperato nei tempi supplementari, ma i giochi erano fatti ormai. Ci lasci un’eredità che non ha prezzo: un grande amore per la tua città e per il calcio, quello vero però, quello di quando i pali erano quadrati! Adesso lo so, me l’avevi detto, il calcio non ti entusiasmava più, ma i ricordi erano sempre vivi nel tuo cuore ed era un piacere sentirteli rievocare! Ci mancherai, Nino! Prego Iddio affinché ti conceda di applaudire ancora il tuo grande Milazzo: sono sicuro che ti sarà più facile da lassù aiutarlo a risorgere!

Un giorno di dolore per lo sport milazzese e la comunità

Sabato 20 giugno è stata una giornata intensa… Abbiamo dato il nostro saluto ad un amico andato via improvvisamente, e sono certo che lo ricorderemo sempre. Tutto il resto, di fronte a questi eventi, passa in secondo piano. Sulla mia pagina di facebook ho voluto fare sorridere i tantissimi amici con qualche curiosità, con la canzone del giorno, con qualche notizia divertente… Vi devo confessare che l’ho fatto perchè la vita continua. Nonostante tutto. Solo che da stasera sul mio stesso piano, il 4°, ci sarà un amico in meno, che a tutte le ore del giorno sentivo parlare con la moglie, i figli, i nipoti. Che vedevo tornare a casa mentre io uscivo, o uscire mentre io tornavo. Un amico con cui si parlava di tutto e di tutti… Simpatico e cordiale quando il discorso toccava la famiglia e i figli, irascibile e scontroso quando qualcosa non andava per il giusto verso nel condominio, affettuoso e sincero quando le situazioni ce lo consentivano, arrabbiato o tranquillo quando seduto al solito bar affrontava discussioni calcistiche, disponibile e partecipe di momenti lieti e tristi… UN AMICO CHE SI CHIAMAVA, E SI CHIAMERA’ SEMPRE, PER NOI CHE L’ABBIAMO CONOSCIUTO ED AMATO, NINO SERGENTE. Un amico che non dimenticheremo mai, e al quale abbiamo deciso di dedicare questo numero di TERMINAL SPORT. E se ci fosse stato un incontro di calcio, in una serie qualsiasi, delle formazioni milazzesi, da questo giornale avremmo richiesto di osservare un minuto di silenzio in sua memoria. Gli anni passano, e sempre più persone care vanno via, ci lasciano per sempre. In noi rimane una sola certezza: dove sono andate staranno sicuramente meglio, e vegliano su di noi, che rimaniamo smarriti ed increduli per la loro improvvisa partenza… Era scritto così, anche per lui. L’ultimo giorno fra gli amici lo aveva passato lì, seduto attorno a quei tavoli, al bar che i suoi fratelli avevano voluto nel cuore di Milazzo, ritrovo di sportivi e di tutti coloro che amano la società sportiva. Anche lui come un altro sportivo e tifoso ha voluto congedarsi dai suoi amici stando seduto per l’ultima volta attorno ad uno di quei tavoli, a parlare di una passione antica ma straordinariamente viva. Anche lui, come Giulio Maisano che, nonostante le condizioni fisiche, non  aveva resistito al richiamo del calcio, e si era recato lì a parlare di pallone, del Milazzo, della “squadra” con tutti gli amici che proprio in quella piazza lo hanno visto per l’ultima volta… E così anche Nino Sergente è andato via… Un lungo sonno, dal quale non si era più svegliato… E il 19 giugno, alla vigilia dell’estate, l’annuncio, che nessuno dei suoi cari, nessuno di noi che lo conoscevamo da una vita, avrebbe voluto sentire… Nino Sergente non ce l’aveva fatta. Il suo cuore generoso, già debilitato, ha ceduto. Rimarrà di lui un ricordo affettuoso, in una città nella quale tutti lo conoscevano. Mancheranno le sue appassionate partecipazioni alle immancabili discussioni sulla sua squadra, il Milazzo; ma anche alle altre, nelle quali l’argomento principale era il calcio. Bastava poco per farlo arrabbiare: e tutti lo sapevano quale era il suo punto debole, sempre sportivamente parlando. Ma era leale, corretto e sempre pronto alla pacificazione, come si usa fra veri sportivi e fra galantuomini. Lui lo era, Nino Sergente, e per questo ci mancherà di più: perchè sono sempre quelli migliori che vanno via… Ci basterà il suo ricordo per farci capire che dobbiamo batterci per una società migliore? Noi lo speriamo… Addio, zzu Nino, compare Nino, grande amico. Di te ci rimane questa foto per poterti meglio ricordare, con un pallone in mano, curiosamente (chissà perchè…) con i colori rossoblu… Già, chissà perchè! E mi raccomando… I saluti! A Giulio, a Umberto Giardina, a Pippo il Barone, a don Luigi Smedile, a tutti gli amici che ti vedranno entrare e sedere in quella gradinata lunghissima, che si affaccia su campi erbosi sterminati, colorati di azzurro… Vedrete passare davanti a voi, con i gloriosi colori rossoblu, i giocatori del Milazzo. In testa c’è lui, Marco Salmeri, il cui ricordo è sempre vivo. Poi i presidenti: il dott. Peppino Isgrò, Guglielmo Nastasi, mastr’Antonino La Malfa, Peppino Nania, Tanino Nardi, Fanino Romagnolo… e poi Vincenzo Patti, Nino Romano, Pino Conte, Santino Trimboli, Gianni Picciolo, Roberto Scotto, Mirko Locatelli… tutti lì, a correre, a sorridere, ad incitare, a ricevere gli applausi di un pubblico sempre più numeroso, entusiasta, innamorato di uno sport che, stranamente, solo lassù non conosce quelle stupide ed ingiustificate contrapposizioni tra formazioni di colori diversi! Ciao, carissimo amico. Quando Dio vorrà, ci riabbracceremo…

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