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UNA LETTERA: UN ALIBI PER FARE L’INCENERITORE!

No-inceneritore-2GIUNGE NELL’ANNIVERSARIO DELL’INCENDIO AL SERBATOIO DELLA RAFFINERIA, E MENTRE LE CITTA’ SONO SEMPRE PIU’ SOMMERSE DAI RIFIUTI. PER L’AUTORE LA SOLUZIONE E’ IN ARRIVO. E SARA’ VISTA COME UNA LIBERAZIONE PER I CITTADINI CHE NON FANNO NULLA PER MIGLIORARE LA VIVIBILITA’… 
Carissima Redazione, raccogliendo informazioni e leggendo o recuperando notizie qua e là, come potrebbe fare qualsiasi cittadino (come il sottoscritto), mi è preso il panico. Al di là dello spettacolo indecente che ci si presenta quotidianamente sotto gli occhi, anche i dati che ci vengono riportati sono allarmanti. Milazzo ha raggiunto la fantasmagorica percentuale del 5% per quanto riguarda la raccolta differenziata. Direi che basterebbe fermarsi a queste percentuali per vergognarsi. Credo che basterebbe solo pensare alla rabbia ed al senso di impotenza di chi la differenziata la fa realmente, per dire che questo è solo un disegno a lunga scadenza. Mentre noi (naturalmente chi lo ha fatto), protestiamo ad alta voce per evitare che in una zona industriale altamente inquinante ed inquinata si aggravi il contesto ambientale, le amministrazioni pubbliche restano in silenzio e senza muovere ciglio, aspettano. Aspettano che si creino i presupposti per dare il via libera (emergenze assicurate dalla totale incapacità operativa), al progetto dell’inceneritore. Grandissimi strateghi. Il gioco è semplice, crei i presupposti per l’emergenza e con l’emergenza porti la soluzione immediata. Anziché sviluppare una rete di riciclo e recupero, bruci, bruci e bruci. Ci stanno riducendo, consapevolmente, in un lazzaretto. Il lazzaretto era quel luogo deputato alla raccolta dei corpi dei malati di peste, o i morenti. Era il modo, spiccio e senza tanti giri di parole, nel quale “la spazzatura umana” veniva ammassata e poi seppellita in fosse comuni. Ecco cosa stiamo diventando. Un nuovo lazzaretto delle nostre cattive abitudini, e della nostra pigrizia, forti del fatto che abbiamo sempre fatto così e così ci piace fare. Ed in questo senso, l’amministrazione comunale non fa nulla per contrastare i vizi, anzi li rinforza con la sua assenza nei controlli, nelle multe (solo editti e grida, come nel periodo manzoniano), e soprattutto con pratiche di buona gestione. Da sempre i rifiuti son stati fonte di reddito per l’economia “occulta”, ed adesso viene sfacciatamente gestita in malo modo per poter veicolare il tutto a progetti economici che tenderanno a seppellire definitivamente questa fetta di regione siciliana. Si potranno poi pubblicare decine di foto sui nostri scorci paradisiaci, immagini mozzafiato di spiagge e tramonti (qualcuno sui social sembra appassionato di tramonti milazzesi in maniera patologica), ma alla fine della fiera il tutto si ridurrà ad una città circondata da industrie inquinanti come poche e che attrarranno poche persone. L’incapacità in politica viene perdonata nei primi mesi, quando diventa una costante, allora è un problema. Se potessimo elencare le contraddizioni che aleggiano su questa città non finiremmo più; basta solo constatare i contrasti assoluti che ci segnano. Siamo nella lista dei borghi più belli d’Italia, eppure salendo al castello ci si domanda chi abbia “regalato” questa medaglia immeritata ad una città che, nel suo insieme, è lontanissima dal potersene fregiare e non per colpa della natura.
Stefano M.
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