STAZIONI COME MILAZZO E CAPO D’ORLANDO VENGONO LASCIATE NEL DEGRADO, MA LO STESSO NON AVVIENE PER LE STAZIONI DI ALTRE CITTA’ D’ITALIA, DOVE TRENITALIA E’ ATTENTA A OFFRIRE UN’IMMAGINE DECOROSA AI VIAGGIATORI E AI TURISTI. PERCHE’? MA SOPRATTUTTO, PERCHE’ NESSUNO PROTESTA CONTRO QUESTI SIGNORI CHE MIRANO SOLO AGLI INTERESSI ECONOMICI?
Ecco in che modo Trenitalia presenta le nostre cittadine al Forestiero: stazioni ferroviarie lasciate nel più completo abbandono: luride, non presidiate, divorate dalle erbacce, con i distributori automatici di biglietti fuori uso; con le latrine puzzolenti. Un modo veramente atipico che, di per sé, potrebbe anche essere fatalmente lo specchio di ciò che il forestiero potrebbe immaginare di trovare al di là della struttura ferroviaria. E’ pur vero che adattando un noto modo di dire possiamo tradurre in “paese che vai …stazione che trovi” ma non trovo corretto che casa nostra appaia diversa da quella che in effetti è, a causa del nostro “vicino” confinante sciatto disordinato e inospitale.
Ovviamente, ciò che appare come primo impatto al viaggiatore-turista, penalizza fortemente i due centri tirrenici mirati alla valorizzazione del territorio e, più specificatamente, al soggiorno – proprio – di tipo turistico, anche se quantificare tale fenomeno non è certo cosa agevole.
Ma mi chiedo, perché la gente si dovrebbe fermare in luoghi che già al primo apparire rappresentano solamente squallore, sporcizia ed un senso di disordine indiscutibile? Trenitalia, non sempre efficiente nel servizio che fornisce agli utenti; sempre pronta a sopprimere questo o quel treno perché improduttivo; mirata a fare “utili”, non può e non deve disconoscere che ha anche l’obbligo di presentarsi in modo decoroso – almeno – in tutto ciò che coinvolge incolpevolmente altre amministrazioni. L’azionariato avrà qualche centesimo in meno dai dividendi annuali, ma – almeno – resterà salvo il decoro dell’anticamera di due cittadine ridenti protese – chi più chi meno – a mostrarsi all’altezza di ciò che il turista cerca, e sarà – fra l’altro – salvaguardato il decoro, nel senso più ampio del termine, delle due Città.
Certo è che nemmeno le due Amministrazioni avranno fin’ora badato a questo aspetto che le coinvolge negativamente ed è quindi il momento di far sentire forti le voci dei Signori Sindaci a questo Trenitalia che forse, al paragone, l’analogo – in quello che chiamiamo terzo mondo – sarà più efficiente e rispettoso dell’ambiente e delle esigenze altrui.
Ed a proposito della “par condicio” devo purtroppo confermarmi nell’idea che se tale realmente appare per Milazzo e Capo D’Orlando (equo trattamento), non è così per altre Città (Rimini-Riccione-Cesenatico-Vibo Valentia), laddove Trenitalia è più prodiga di eleganza, pulizia ed adeguata accoglienza. Colpa o merito di chi non è dato saper, e ma le foto in piccolo che allego danno appieno il metro della situazione e, ahimè, convalidano le dicerie che il Nord è Nord e che il Sud è Sud. Sperequazione a titolo gratuito….e meno male che non si fanno pure pagare!
Milazzo, tardo pomeriggio. Passo dalla stazione per “recuperare” un amico in arrivo e trovo due ragazzi stranieri in attesa. Ora, prima di proseguire dobbiamo dare un peso al termine attendere. Da noi è filosofico (in attesa del miracolo, del lavoro, di giustizia, e potrei continuare all’infinito), per gli estranei, gli “stranieri, il termine ha un senso meno astratto, è ritagliato nel tempo e nello spazio, salvo quando planano in questa terra dimenticata dagli uomini di buona volontà. Questi poveri ragazzi pensavano, stupidamente, che una città di mare, in Sicilia ed in estate, avesse un servizio navetta o bus, che prendesse gli ospiti che ancora si fidano delle ferrovie del regno italico, per giungere da noi. Illusi! Dopo avergli spiegato in lingua madre e nella loro, francesi, che i cartelli e le indicazioni sono solo per chi ci crede, mi sono offerto di accompagnarli in città se avessero solo pazientato l’arrivo del mio amico. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, con il loro italiano zoppicante ed il mio francese accettabile, e ho risposto, sicilianamente (per non spaventarli troppo), alle loro domande. Perché la stazione è in queste condizioni? Perché non si trova un ufficio turistico o qualcuno che indichi come arrivare in città e dove muoversi; una serie di domande che sarebbero naturali in una città che ha (avrebbe) aspirazioni turistiche e che invece tratta come rotture di palle, chiunque desideri avventurarsi su questa landa desolata. Hanno voluto offrirmi una birra, una volta giunti a Milazzo, cosa che ho gradito per la compagnia e per l’entusiasmo che i turisti (quelli giovani e pieni di sogni che girano per il mondo), riescono a trasmetterti. Dovremmo farne tesoro di questo episodio e pensare che Milazzo:1) Deve avere una amministrazione che con capacità e coraggio prenda decisioni per valorizzarsi;2) Che chi di dovere deve assolutamente mettere in condizione che chi arriva in città possa trovare accoglienza tutti i giorni e non solo quando Messina o chi per lei decide di mandarci una mini nave da crociera, con pochi turisti; 3) Che tutto quel mercatino e quella sporcizia fuori dalla stazione, e in giro per la città, sia levato e renda la città più appetibile visivamente e fisicamente;4) Che i cartelli turistici siano visibili ovunque. Non è pensabile che uno intuisca i luoghi da visitare perché ci arriva per sbaglio (considerando che di vigili urbani se ne vedono pochi e sfido a sapere quanti di questi conoscono almeno una lingua straniera); Lo so, sto, per l’ennesima volta, lasciandomi andare ai sogni. Ma per un momento, in auto con quei due ragazzi che mi parlavano della grotta di Polifemo e del castello tra i più maestosi d’Europa (i ragazzi che girano e viaggiano si informano e spesso ne sanno più dei residenti), ho pensato, solo per poco, che li stessi accompagnando in una città realmente turistica. In attesa del miracoloso inizio della nuova era turistica milazzese, saluti