Egregio signor Direttore, sono milazzese, e per motivi di lavoro vivo da decenni in Lombardia. Come ben comprenderà, tutti noi siamo legati alla terra di origine, agli affetti, agli amici, ai ricordi. Io la via Giacomo Medici la ricordavo diversa. Non tornavo nella mia città da anni, avevo sentito parlare di isola pedonale, di salotto della città, di luogo da vivere, in mezzo a fiorire, vetrine, panchine, bambini, giovani, anziani. Sono rimasto sconcertato, mi creda! Il salotto buono è un letamaio, lurido, indecente, degradato. Quel che mi fa più rabbia, per questo ho voluto scattare le foto per documentare, se credete, questa caduta vergognosa di stile, è la mancanza di una coscienza che porti gli stessi commercianti a prendere in mano le redini e organizzare loro stessi una manutenzione del luogo dove vivono per molte ore della giornata. Non credo che una situazione del genere sarebbe stata gradita ai vecchi titolari delle attività commerciali, ai vari Nicolino Giorgianni, Nino Catanzaro, Mico Maiorana, Giovannino Spoto, Giuliano Testa, Santo Torre, Carmelo La Rocca, Vincenzino Cambria, Pippo e Fanino Romagnolo, Nuccio Antonuccio… Non credo che avrebbero preferito chiudersi all’interno dei loro negozi, al fresco dei condizionatori piuttosto che prendere per il bavero il politico di turno, quello che presumo avrà chiesto i loro voti, e richiamarlo al proprio dovere, al rispetto delle promesse elettorali! Su al Nord da noi, nella nostra Lombardia, in provincia di Varese come nelle altre province, non si arriva a fare assumere alla cittadina uno stato di degrado del quale vergognarsi. Non mancano gli interventi ordinari di pulizia, e ci sono strade nelle quali sono proprio i commercianti che integrano, versando cifre minime mensili, il servizio offerto dal comune, chiamando temporaneamente e nei periodi di maggiore afflusso turistico delle persone che provvedano a raccogliere … le foglie cadute dagli alberi: solo quelle, perchè per terra non ci sono nè carte, nè cicche, nè luridume. Vivremo sotto un’amministrazione che sarà pure leghista o di sinistra, ma tutti quei politici che hanno chiesto il nostro voto hanno a cuore la città e la sua vivibilità. Nessuno si sarebbe mai sognato di fare diventare un salotto, mi perdoni per la crudezza, un cesso! E la Via Giacomo Medici, quella che veniva sbandierata come un salotto, lo è diventato. Mi spiace scriverLe queste cose, egregio Direttore, ma ho avuto questa impressione… e non solo io! E se qualcuno, risentendosi per quel che leggerà e colpito nell’orgoglio, dovesse rispondermi di non venire più, lo avviso che fra qualche giorno toglierò il disturbo: mi sono disgustato abbastanza, mi creda.
VIA MEDICI, PIU’ CHE SALOTTO SEMBRA UN CESSO!
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Se è disgustato lei,si figuri quelli che sono costretti a vedere tutti i giorni il degrado che imperversa in tutta la città,lasciata in uno stato di anarchia totale e di colpevole abbandono! Ha piena ragione di indignarsi,ma hanno piena ragione ad incazzarsi anche tutti coloro che pur pagando esosi balzelli, si ritrovano impotenti a vivere in un luogo che di dignitoso non ha più nulla.Il milazzoto poi, con la sua aria di arrogante nobiluccio senza casato,quasi si vanta di questa miseranda città elevandosi così al rango di principe della monnezza. Non posso biasimarla per il suo disgusto,ma creda che pur vivendoci,mi rodo il fegato ogni volta che esco di casa e non nego che volentieri andrei via il più lontano possibile da tanto squallore.Come si faccia poi a pensare di attrarre turismo qualificato, proprio non lo capisco, come non capisco cosa vengono a visitare tutti coloro che dicono di voler vedere Milazzo,le sue spiagge,i suoi monumenti, quando in altri posti del mondo sanno cosa significa rendere apprezzabili bellezze artistiche ed ambientali di rara bellezza. Molti di coloro che come orda barbarica si abbattono sulla città sono cittadini che rientrano in famiglia per le ferie e che dicono di godere del luogo natio,ma non lo rispettano affatto. In tanti si sbracciano a chiedere turismo e turisti per far arricchire solo temporaneamente quattro bottegai arraffoni,interessati e vampiri che sottopagano personale precario e non qualificato, senza rendersi conto che la vera ricchezza della città era proprio la sua natura industriale,vero motore del PIL nazionale.Oggi non siamo più né carne,nè pesce o come diceva me nonna : “né pi rustiri,nè pi capuliari”, quasi a voler rimarcare una totale mancanza di midollo spinale che dà ad una comunità la forza di essere e di valere qualcosa.Intanto indolentemente tutto peggiora nel degrado e nello squallido e molle addivenire dei giorni.