PREMESSA della REDAZIONE: Da quando TERMINAL ha ripreso le vesti di giornale che si interessa di tutto, e fatti un po’ di conti, abbiamo notato che i necrologi sono i pezzi più letti: sicuramente per curiosità, non certo perché li lasciamo al nostro editore che – bontà sua – conosce tutti. Non sappiamo se per i lettori sia un bene o un male nutrirsi solo di necrologi, ma noi ci sforziamo di scrivere articoli che possano essere letti proprio da tutti. e non fare una pessima figura quando si affrontano argomenti disparati. E’ per questo motivo che abbiamo accettato di far parte della Redazione. Se poi i dati non sono confortanti in termini numerici, poco importa: l’italiano non è abituato a leggere! E se divora il necrologio, non è detto: forse si sofferma sulla foto di chi ha lasciato questo mondo…
di V.G.
Il mito dello studio ad ogni costo, dove devi ottenere dei master anche per fare due fotocopie.
Il mito della realizzazione professionale in un paese dove in realtà stanno bene solo i politici e i propri lacchè.
I mestieri veri vengono disprezzati e lasciati agli stranieri.
È nel DNA della gente italica, per anni si è sentita dire “studia che senza un pezzo di carta non vai da nessuna parte!”.
E via tutti dietro alla realizzazione conforme agli scopi delle multinazionali senza ponderare e riflettere sui propri reali talenti.
Gente che ottiene tre lauree per poi diventare insegnante di ruolo a 50 anni ed esporre a ragazzini annoiati grotteschi programmi ministeriali.
Gente che insegue perennemente, tra corsi, concorsi e quant’altro, ambite posizioni a cui poi giunge con i capelli bianchi.
Nel frattempo la vita vola via, si sacrifica tutto per una favola mal raccontata per poi essere perculato dagli stessi che hanno inculcato tale visione.
Non sia mai che si metta in discussione un sistema profondamente malato e da rifondare in toto, no, meglio raccontare che la vita media si è allungata e i figli si possono fare anche a 50 anni.
Sta a te crescerli, se ne hai la forza.
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